Le origini di Grumo Nevano
La citt
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Etimologia
Il centro era denominato Grumo ed il suo nome fu cambiato in Grumo Nevano con R. D. n. 1622 del 31/12/1863 (Diz. Top.). Nella carta del Rizzi Zannoni sono annotati due centri l’uno a ridosso dell’altro. Il primo, a settentrione, è Nevano mentre il secondo è Grumo.
Grumo:
Alcuni storici collocano la fondazione di Grumo all'epoca longobarda, Grumum è infatti un lemma latino, che potrebbe essere utilizzato nell'accezione di agglomerato di case o mucchio di case. L’etimologia potrebbe altresì risalire a nomi di epoca etrusca o osca.
Nevano: secondo alcuni Nevano deriva da praedium naevianum, vale a dire proprietà della gens Naevia così come prospettato per Neviano in Puglia (Flechia). Poichè è possibile che tragga il suo nome da Gneo Nevio, Nevano potrebbe essere più antica di Grumo e corrisponderebbe a quella parte di Atella che ha dato i natali all'antico letterato.
La storia
La zona di Grumo e Nevano fu oggetto di centuriazione all'epoca dei Gracchi, e di Silla e Cesare e in età augustea.
L'influenza della centuriazione augustea appare evidente mentre sono più limitate le tracce della seconda centuriazione e non visibili quelle della più antica.
Grumo
Il centro è menzionato in documenti a partire dal X secolo.
Con l'invasione Longobarda Grumo, immediatamente a sud di Nevano e vicinissimo al confine fra il territorio dominato da Benevento e quello napoletano, cadde sotto l'influenza di Napoli diventando uno dei suoi casali. Tale rimase fino alla costituzione dei comuni in epoca murattiana in cui fu elevato a comune con l'aggregazione di Nevano ma con il nome di Grumo.
Il nome successivamente divenne Grumo Nevano con R. D. 31-12-1863 n. 1622. Grumo apparteneva alla diocesi atellana e non passò a quella napoletana nonostante il confine. Con la costituzione della diocesi aversana passò a tale nuova diocesi.
Il centro è riportato, insieme a Nevano, nella carta del Rizzi-Zannone del 1793.
Nevano
La prima menzione del centro Nevano è solo del 1308. Con l'invasione Longobarda Nevano, posto immediatamente a nord di Grumo e sul confine fra il territorio dominato da Benevento e quello napoletano, cadde sotto l'influenza di Napoli diventando uno dei suoi casali. Tale rimase fino alla costituzione dei comuni in epoca murattiana in cui fu aggregato al nuovo comune di Grumo, che successivamente diventa Grumo Nevano con R. D. 31-12-1863 n. 1622.
Nevano apparteneva alla diocesi atellana e non passò a quella napoletana nonostante il confine. Con la costituzione della diocesi aversana passò a tale nuova diocesi.
Il patrono
Il patrono del comune è San Tammaro, patrono della vecchia Grumo, ma nella zona di Nevano è ancora viva l'usanza di festeggiare San Vito.
Leggende
Una delle leggende riguardanti il paese è quella della "Carrozza infuocata".
Essa narra che secoli fa, quando Grumo e Nevano erano due entità distinte, il "re" di Grumo e il "re" di Nevano erano in guerra tra di loro.
Il signore di Grumo, vedendo che la guerra stava volgendo verso una sconfitta, decise di scappare via dal paese.
Nella notte ordinò quindi di preparare la carrozza fuori il suo palazzo, ma, appena egli uscì per entrare nella carrozza, venne ucciso con la sua famiglia dagli uomini del "re" di Nevano.
Da allora si dice che una notte l'anno compare una carrozza di fuoco davanti al vecchio palazzo del "re" di Grumo (attualmente in Corso Domenico Cirillo) dove entrano le anime della "famiglia reale", dopodiché la carrozza infuocata esce dal paese (attualmente passando per via San Domenico) per portare in salvo le anime dannate.
Economia
Negli anni '80 Grumo Nevano ha conosciuto una crescita economica esponenziale, diventando un polo calzaturiero e nel campo dell'abbigliamento; ancora oggi, nonostante il declino, esso rappresenta uno dei centri industriali più importanti della Campania.
Personalità legate a Grumo Nevano
Domenico Cirillo, nato nella via oggi intitolata ad Armando Diaz, il 10 aprile 1739, medico, professore universitario, giustiziato a Napoli il 29 ottobre 1799 come aderente alla Repubblica partenopea. La città gli ha dedicato una statua nella piazza centrale del paese, che appunto da lui prende il nome. Inoltre la città ha dedicato a Cirillo anche uno dei corsi principali ed una piazza del paese.
Niccolò Capasso, poeta, teologo, letterato e giureconsulto italiano.
Francesco Landolfo, ex vicedirettore del "Roma" e presidente Arga Campania, firma storica del giornalismo italiano.